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martedì 26 febbraio 2008

Il portale "Photofinish", un interessantissimo sito dedicato alla fotografia, mi ha fatto un'intervista circa il mio lavoro di fotografo.
Ringrazio Francesca De Meis per avermi contattato.



Marco Donatiello è un giovane fotografo di Torino specializzato ed impegnatissimo in diversi campi della fotografia. Lavora a livello professionale con un suo studio ma ha anche un fotoblog dove ama confrontarsi con altri fotografi professionisti e non. Ecco come Marco ci ha raccontato il suo percorso professionale...
Quando hai cominciato a scattare? Hai seguito una scuola o dei corsi oppure sei un autodidatta?
Sono completamente autodidatta, nessun corso effettuato, nessuna scuola, ma moltissime fotografie alle spalle. Sono cresciuto in mezzo alle fotografie, alle stampe, alla camera oscura. Mio padre è un ottimo fotografo amatoriale, el'amore per la fotografia è nel mio dna... Uno dei consigli che do sempre, è quello di confrontarsi continuamente con altri fotografi, professionisti e non, su internet, nei forum o nei portali dedicati alla fotografia, oppure di presentare i propri portfoli, e soprattutto di scattare tanto, sperimentare, farsi le ossa su tanti generi e poi specializzarsi su quello più congeniale, insomma vivere la fotografia a 360 gradi.
Ti occupi di diversi tipi di fotografia. Qual è quello che ti soddisfa di più?
Sicuramente il mio genere preferito è il reportage sociale, dove posso raccontare storie con  immagini, situazioni che spesso le parole diventerebbero banali o poco efficaci. Altro genere di cui sono profondamente innamorato è la fotografia di scena e la fotografia live di gruppi musicali. Generi molto difficili tecnicamente parlando, ma che danno un'immensa soddisfazione per chi come me è un appassionato di teatro e di musica. Stare sotto un palco a fotografare (a volte anche sopra palco e dietro le quinte per trovare inquadrature diverse o momenti particolari del backstage) è per me stupendo.
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Hai effettuato un reportage in un campo nomadi. Ci racconti qualcosa di quell'esperienza?
Un'associazione di volontariato, di cui sono fotografo ufficiale, ha accolto un gruppo di Rom nella loro struttura dopo l'incendio del loro campo nomadi. Questo successe nel 2006, da allora ho seguito fotograficamente ed umanamente questo gruppo di zingari effettuando il reportage che potete ora vedere nel mio sito. Il fatto di essere parte dell'associazione che li ha aiutati, che ha permesso loro di entrare in un progetto di integrazione sociale e culturale con la cittadinanza, ha fatto si che la mia presenza, sempre molto discreta, fosse accettata tranquillamente, fino a diventare amico di molte persone. Abbiamo organizzato una mostra con delle mie foto all'interno del campo che abbiamo montato subito dopo l'incendio, ed inoltre abbiamo organizzato insieme feste sempre per facilitare l'integrazione con il resto della cittadinanza. Questa per me è stata un'esperienza molto importante, non fotograficamente parlando, ma umanamente, mi ha messo di fronte a persone diverse da me, con una cultura completamente differente dalla mia, ma che però con il passare del tempo ho imparato ad apprezzare e a capire, e soprattutto sono caduti molti dei pregiudizi che avevo in precedenza verso queste culture.
Il tuo studio fotografico si occupa anche di servizi matrimoniali. Proponi il genere reportage oppure le classiche foto?
Il mio studio si occupa anche di servizi matrimoniali, noi puntiamo soprattutto sullo stile di reportage , per dare alle coppie un sevizio fresco, spontaneo, un album che anche fra 30 anni sarà sempre originale, non troppo rigido, posato.
Hai anche un blog dove proponi i tuoi lavori
Si, un blog che ho aperto nel 2003...  non un blog dove annotare solo pensieri o idee, ma un photoblog, dove pubblico tutte le foto che voglio... parte dei miei lavori.
Molti giovani fotografi di talento sono costretti ad andare all'estero per lavorare. Che consiglio daresti a chi vuole entrare a far parte in modo professionistico del mondo della fotografia qui in Italia?
Purtroppo in Italia non c'è una vera e propria cultura dell'immagine, se guardi i giornali, noterai che ben poche testate scrivono il nome del fotografo che ha eseguito lo scatto, per non parlare dei prezzi irrisori che vengono offerti. All'estero il fotografo e la fotografia sono considerati moltissimo, come i giornalisti della carta stampata o televisiva. Ma questo non riguarda solo il mondo giornalistico, ma anche quello dedicato alla fotografia di cerimonia e di ritrattistica...Basti vedere i siti degli studi americani, molto professionali, molti dei quali con il proprio blog, sempre aggiornatissimi, dove si vede benissimo l'alto apprezzamento che si ha della fotografia. Ma questo non deve essere un ostacolo insormontabile, anzi, bisogna prenderlo come una sfida, e solo con grande determinazione, con una grandissima passione si riesce a vincere questa sfida... ecco quello che consiglio alle persone che vogliono intraprendere questo mestiere bellissimo, il più bello del mondo, essere testardi, non abbattersi alle prime avversità, alle prime difficoltà, di essere umili, c'è sempre qualcosa da imparare, e chiedere a chiunque del mestiere pareri, consigli, aiuto.