Qualche settimana fa ho ricevuto questa mail da Sara:
"Ciao Marco,
[...] ti scrivo perché ti seguo sempre su twitter e sul tuo blog, sono appassionata di fotografia e in particolare di reportage. Adoro i tuoi lavori e vorrei sapere cosa c'è dietro ai tuoi reportage. [...]"
Dovendo qualche giorno dopo partire per Genova per coprire la XVII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia, ho pensato di fare un po' di backstage e raccontarvi cosa succede.
Iniziamo a vedere cosa metto dentro lo zaino!
- 2 corpi macchina principali (una full frame e un formato ridotto), più un corpo di riserva e una piccola lomo fish eye che mi porto spesso dietro (e logicamente qualche pellicola...)
- obiettivi: dal grandangolo (12-24) al tele (70-200) passando da un bel 28-70 per coprire tutte le focali che mi possono servire!
- 2 flash
- un bel po' di schede di memoria (una ventina di tagli diverso, da 4 a 8 giga)
- batterie di riserva (e logicamente i loro caricabatterie)
- lettore schede
- un tablet per riversare le foto
- un portatile per effettuare eventuali lavorazioni da fare al volo e per inviare le foto sul momento. Le applicazioni dei tablet sono troppo lente per editare centiania di files Raw da 20 mega ciascuno...
- un piccolo hard disk da 500 giga autoalimentato x una copia di backup del lavoro (la prudenza non è mai troppa!)
Prima della partenza:
- pulizia attrezzatura
- formattazione schede e hd
- stampa del programma stabilito con l'ufficio stampa di Libera, dell'itinerario della manifestazione e di tutti i numeri di telefono utili
Sono partito il venerdì mattina per Genova, in treno, quindi bagagli ridotti all'osso: zaino foto e zaino con effetti personali. L'hotel distava 50 metri dalla stazione, quindi nessun problema logistico.
Nella prima giornata gli eventi erano tutti al coperto: teatri, chiese, ecc... Nessun problema in caso di pioggia, ma bisogna essere pronti sempre a tutto! Quindi impermeabili e protezioni per le macchine foto e zaino! Durante tutto il primo giorno passavo in tempo reale le fotografie all'ufficio stampa di Libera che le mandava ai giornali e le utilizzava per il loro sito aggiornato in diretta.
Ogni mezz'ora circa andavo nell'ufficio stampa a scaricare le foto sul tablet per girarle poi ai ragazzi di Libera. Lo spazio a me riservato era un bel divanetto blu dove lasciavo i miei strumenti e potevo tornare a lavorare quando volevo e senza disturbare nessuno.
Durante eventi come questi cerco di muovermi il più possibile per avere varie angolature, quindi riprese dal punto di vista del pubblico, dal punto di vista dei relatori, dalla platea, dal palco, ecc... eccomi "beccato" da un collega mentre ero sul palco a riprendere il tavolo dei relatori durante l'intervento di Don Luigi Ciotti.
La sera del venerdì, dopo lo spettacolo teatrale, rientro in hotel, ma la mia giornata non è ancora finita: scarico le foto, controllo lo scattato e faccio il backup sull'hd esterno. Verso le due finalmente posso addormentarmi serenamente.
Il giorno dopo sveglia molto presto per essere verso le 8.00 nella piazza dove partirà il corteo: così posso scattare qualche foto di copertura e dettagli vari, prima della partenza della manifestazione vera e propria.
Durante la manifestazione ripercorro almeno una volta metà corteo per poi posizionarmi in testa per le foto di autorità e personaggi. Non tralascio mai visioni d'insieme, magari riprendendo anche monumenti e scorci della città: è molto importante conoscere il percorso e magari (se possibile) fare un sopralluogo prima per scorgere angoli e inquadrature particolari.
Dopo la manifestazione c'è la parte del palco. Cerco sempre di salire sul palco per riprendere la folla e le bandiere, poi mi concentro su chi parla.
Verso le 18.00 riparto per la volta di Torino, scarico tutto durante il viaggio e faccio backup di questa seconda giornata.
Arrivo a Torino, mi fiondo in studio e riverso tutto il lavoro sul pc fisso, un paio di appunti mi aiutano nell'impresa.
Ora finalmente posso riposarmi per qualche ora!
Il giorno dopo (domenica) mi dedico all'editing e al backup finale. Il lavoro va consegnato il prima possibile, quindi trascorro tutta la domenica e il lunedì nel lavoro dell'editing e invio il reportage.
Durante eventi del genere, oltre a documentarlo, ne approfitto per scattare delle fotografie decontestualizzate: spesso le redazioni mi chiedono dei primi piani o dei ritratti di personaggi che fotografo.
Ecco la mia "avventurosa" vita da fotografo! Chi si aspettava qualcosa di più romantico sbaglia, questo mestiere è fatto di fatica, di poche ore di sonno, ma anche di enormi soddisfazioni, di passione e soprattutto si ha la possibilità di conoscere persone splendide e vivere situazioni molto emozionanti.