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mercoledì 9 aprile 2014

Fotografia e memoria



In questo ultimo periodo sto realizzando tre diversi reportage in contemporanea, incentrati su differenti tematiche, ma comunque legati sempre da un minimo comun denominatore. Proprio in questo giorni di editing e di confronto con i miei storici editori, con alcuni miei amici giornalisti e con gli stessi soggetti, mi è stato fatto notare che più passa il tempo più la mia fotografia è finalizzata alla "memoria". Per me non è che il più bel complimento che possa ricevere. Infatti il mio obiettivo è molto ambizioso: lasciare alle prossime generazioni delle immagini con un qualcosa che con il tempo irreparabilmente si perderà. Questa affermazione può risultare presuntuosa, ma spero con tutto il mio cuore che i miei lavori possano servire come documentazione storica per i giovani di domani. Credo che il fine ultimo di tutti i miei lavori sia proprio questo.
Io non scatto per fare delle foto tecnicamente o artisticamente perfette, ma lo faccio solo per raccontare quelle storie che credo debbano essere tramandate, che vorrei che diventassero memoria. La tecnica per me è sempre in secondo piano rispetto all'aspetto comunicativo, questa caratteristica è presente in tutte le mie fotografie, in tutti i miei reportage. 
Come narratore non vado alla ricerca della storia "sensazionalistica", tutt'altro, ricerco storie quotidiane, comuni, ma, purtroppo, poco raccontate. 
Forse se sapessi scrivere in modo elegante, adeguato a quello che voglio e che sento di raccontare non fotograferei. Purtroppo non possiedo il dono della scrittura, mi accontento di provare a narrare attraverso la mia macchina fotografica, attraverso le mie immagini. Racconto solo quelle storie che mi hanno veramente colpito, che sento mie, che mi affascinano.