Come sempre sono qui, dopo la Fiera del libro di Imperia, a proporvi il mio ultimo lavoro. Questo reportage inizia un filone nuovo nella mia ricerca, quella di documentare gli artisti. L’ho già sfiorato più volte (forse è meglio dire sconfinato) con i lavori relativi ai musicisti o ai teatranti, ma questa volta mi sono voluto concentrare su forme d’arte che permangono nel tempo.
Non conoscevo Aurelio e le sue favolose sculture, ma nell’immediato periodo post covid, dopo tutte le morti, le restrizioni, le paure e i timori legati alla pandemia, ho sentito il bisogno intrinseco di documentare il bello: per me il bello è arte, è creazione, è cultura. Ho trascorso mesi a cercare qualcuno che non fosse banale e che rispecchiasse quello che per me fosse bello in quel momento. E ho conosciuto Aurelio.