Per il terzo anno sono stato invitato da Libera a tenere un laboratorio di fotografia al campo di mediattivismo. Quest'anno saremo ospiti della Fattoria della Legalità a Isola del Piano (PU) - Castelgagliardo.
Lavorare in mezzo a tanti ragazzi pieni di entusiasmo da una carica enorme. Con Libera sto collaborando da moltissimi anni e ogni volta che c'è la possibilità di fare un'esperienza come questa mi ci butto a capofitto. Mi piace insegnare e mi piace ancor di più portare la mia esperienza a persone che in futuro potranno continuare il mio percorso. Ma soprattutto ne esco molto arricchito. Di valori, di esperienze, di conoscenze e di amicizie.
Perché è importante fare un campo per mediattivisti? L’epoca in cui viviamo è quella maggiormente influenzata dalla comunicazione. I mass media tradizionali sono oggi affiancati da una rete sempre più inclusiva e capillare. Ogni strumento classico della comunicazione (documentari, libri, foto, articoli, saggi, ecc.) può, oggi, essere prodotto e messo in condivisione su internet consentendo la nascita di molteplici gruppi di interesse. E’ evidente come, questo cambiamento influisca sul modo di fruire le notizie e sui tempi di produzione delle stesse. Oggi la diffusione sempre più ampia di dispositivi (Android, Iphone, ma anche macchine fotografiche videocamere, tablet, ecc.) capaci di produrre comunicazione e l’ampliamento degli strumenti mediante i quali si possono diffondere le informazioni (tutte le piattaforme presenti su internet, con i loro linguaggi, i loro tempi e i loro target di riferimento, senza addentrarci nei social network) trasforma gli utenti da passivi ad attivi. I destinatari del flusso di informazioni oggi possono condividerle, commentarle, utilizzarle per proprie opere intellettuali (citando le fonti), non è richiesta una fruizione passiva e fredda, ma attiva e calda, partecipe. Si moltiplicano quindi le idee, i concetti, le informazioni e le produzioni multimediali atte a raccontare la realtà che stiamo vivendo. Questa fase di grande cambiamento è affidata al puro spontaneismo degli utenti, crescendo e maturando senza punti di riferimento etici e pratici (si pensi al cyberbullismo, ai tanti casi di violazione della privacy ma anche alle tante bufale create e diffuse sulla rete). Non basta quindi avere gli strumenti giusti per produrre e diffondere informazione per trasformare il flusso di notizie in una maggiore consapevolezza e responsabilità.
Lo scopo di questo campo è fornire strumenti etici e tecnici per fare una comunicazione efficace per promuovere il cambiamento è l’obiettivo del campo di mediattivismo. Il campo nasce con l’intento di sopperire a questa lacuna cercando di fornire ai volontari del campo tutti quegli strumenti che possano essere utili nella produzione di notizie fornendo approfondimenti sulle diverse tecniche – web, radio, video, scrittura, grafica, fotografia – attraverso workshop e tavole rotonde. Con questa finalità al campo partecipano, come relatori, esperti nei diversi settori del mondo della comunicazione e del giornalismo, tecnici che indirizzeranno la passione e la voglia di fare informazione dei volontari verso una professionalità etica ed estetica. La presenza di questo tipo di relatori è importante anche per illustrare i punti deboli del sistema tradizionale dell’informazione in Italia. Non si tratta di formare e preparare dei giornalisti ma di fornire a chi vuole produrre un cambiamento sociale o politico gli strumenti giusti per fare comunicazione.
La Fattoria della Legalità è nella fertile terra di Isola del Piano, che è anche il simbolo del "biologico", era stata presa di mira dalla criminalità organizzata ma nel 2006 oltre sei ettari di terreno e due casolari sequestrati sono stati affidati al comune che, grazie anche all'impegno di Libera, oggi, in un territorio dove la mafia c'è ma non si vede, è sorta la "Fattoria della legalità" per creare opportunità di lavoro per i giovani, in particolare nel settore agrobiologico, grazie alla legge 109/96. Nell'estate 2011 la Fattoria ha ospitato il campo di volontariato "Estate Liberi 2011″ con 50 ragazzi provenienti da tutta Italia che hanno sistemati e ripulito il bene, Il campo si è concluso con una grande festa, con la partecipazione di don Luigi Ciotti. Il 23 ottobre 2011 si è svolta una giornata in ricordo di Carlo Spitoni, Sovrintendente della Polizia di Stato che partecipò alle indagini.