Normalmente non sono tipo da riflessione di fine anno, ma questo 2020 è stato davvero particolare: un nuovo ruolo, molto impegnativo, nella cooperativa dove lavoro, una pandemia che ha ristretto il raggio degli spostamenti e delle interazioni sociali e di conseguenza non ho potuto fotografare in mezzo alla gente, modalità che preferisco. Ho realizzato un solo reportage, quello relativo alla città vuoto durante la prima ondata. Per vari motivi, che non sto qui a spiegavi, non ho documentato la seconda e i suoi parziali lockdown, perché mi hanno psicologicamente colpito meno. A marzo sono rimasto affascinato, ma anche molto spaventato, dalla città vuota, in un clima davvero post-apocalittico, che avevo solo visto al cinema e che mai avrei pensato di vivere.
Questo è stato l'anno che ho meno fotografato, ho meno editato, meno programmato i lavori futuri, non per inedia, ma per mancanza di tempo, mai come in queso periodo ho lavorato così tanto. Mi auguro un 2021 differente, con maggiori opportunità di ricercare, scattare, ho ancora molte idee da sviluppare, reportage da effettuare.