Ormai è tradizione, una splendida tradizione: da qualche anno l'organizzazione della Fiera del libro di Imperia mi invita ad portare una mia personale durante la manifestazione. Imperia è la mia città natale, luogo a cui sono emotivamente molto legato e quindi poter esporre in una manifestazione così importante è per me veramente un onore. In più quest'anno porto la documentazione di una manifestazione religiosa locale, il pellegrinaggio notturno alle chiese ed oratori di Porto Maurizio, che si svolge durante il giovedì santo.
I canti del Giovedì Santo a Porto Maurizio
Prerogativa delle Confraternite portorine è sempre stata la salvaguardia delle tradizioni religiose, soprattutto quelle della Settimana Santa, che permettono ancor oggi di esternare, anche attraverso manifestazioni affascinanti e coinvolgenti, quella religiosità cristocentrica che rappresenta il fondamento della fede della popolazione locale.
Per merito loro molte delle cerimonie liturgiche e paraliturgiche che ebbero origine nel Quattrocento, nel Cinquecento e nel Seicento sono giunte quasi inalterate fino a noi.
Tra queste è altamente emozionante, profondamente pregnante e anche ricca di una forte valenza di folclore popolare l’usanza di effettuare il Giovedì Santo le visite serali alle chiese cittadine in cui è allestito il “Sepolcro”.
Per secoli i confratelli vi si sono recati processionalmente in cappa e incappucciati, disposti ordinatamente su due file, preceduti dal Crocifisso e da due torce.
Sia durante il tragitto che dinanzi ai sepolcri, cantavano inni in latino derivati dalle antiche laude tre-quattrocentesche della Passione.
Inizialmente questa paraliturgia era praticata solo dalla Confraternita di San Pietro; dal 1821 si aggiunse anche Santa Caterina “delle donne”; e in ultimo anche la Santissima Trinità.
Queste tradizioni hanno resistito ai colpi inferti all'Ortodossia cattolica dalle ventate eretiche, dal razionalismo illuministico, dalla riforma protestante, dal laicismo del nostro tempo; e perdurano ancora oggi, cariche sempre della stessa suggestione incisiva e dello stesso eloquente messaggio.
Ogni anno, infatti, queste tre confraternite realizzano in contemporanea tre processioni, alternandosi ordinatamente nelle varie chiese, con perfetto sincronismo per evitare spiacevoli attese all’esterno degli edifici sacri, in ordine inverso di anzianità dalla più “giovane” alla più antica.
Poiché le esibizioni sono itineranti, i canti si eseguono “a secco”, senza accompagnamento musicale, quindi necessitano di numerose prove serie e metodiche per armonizzare le voci.
I cantori si dispongono in cerchio per criteri musicali, perché per coordinare gli attacchi si devono vedere tutti in faccia e la barriera umana che essi formano costituisce una efficace cassa armonica.
Un solista a turno intona gli antichi brani, sia pure rimaneggiati secondo la sensibilità e le esigenze di ogni gruppo: ad esempio, pur essendo nati per voci maschili, sono stati egregiamente adattati alle voci femminili di Santa Caterina e alle esigenze della “mista” Trinità.
La conclusione corale della manifestazione avviene in Basilica.
In questa esposizione accompagniamo i cantori di San Pietro, mentre con voce tonante intonano il Domine, l’Adoramus, il Miserere, i Versetti, lo Stabat Mater….
Se siete in zona passate a trovarmi!